Gli accordi bilaterali o multilaterali di libero scambio si basano sul concetto di origine preferenziale, ovvero i Paesi contraenti trattano più favorevolmente le merci riconosciute come originarie dell'altro Paese o gruppo di Paesi contraenti.
Per dare un'idea dell'evoluzione degli accordi di libero scambio basti pensare che ne esistono attualmente oltre 200 in quali "avvolgono" il commercio mondiale come una sorta di ragnatela.
Il WTO, che ha quali sui membri circa 150 Stati, ha quali suoi compiti istituzionali lo sviluppo del commercio mondiale attraverso una politica di liberalizzazione e regolamentazione del mercato e quindi di una politica multilaterale.
La direzione politica, sino ad ora più vincente e che ha prodotto la ragnatela sopra citata, è stata però quella del bilateralismo piuttosto che del multilateralismo targato WTO, principalmente per la difficoltà incontrate da questo organismo internazionale di comporre e coniugare gli interessi economici dei vari Paesi membri. A comprova delle difficoltà del WTO basta osservare la situazione di stallo del Doha Round, conferenza WTO che sta cercando di ampliare il raggio delle liberalizzazioni nel mercato mondiale delle merci e di servizi.
La politica del bilateralismo, iniziata negli anni 80 dagli USA, sta iniziando ad affermarsi anche nell'Unione Europea.
Per noi Doganalisti questi accordi, assai complessi da interpretare, comportano e sempre più comporteranno, un onere costituito dall'aggiornamento continuo nonché un'opportunità di lavoro in qualità, non solo di dichiaranti doganali, ma anche di consulenti in materia di origine.